Assertività: Affermarsi nel Rispetto dell’Altro
- lotusstudioperugia
- 28 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Il termine assertività deriva dal latino ad serere, che significa affermarsi. Infatti, avere un comportamento assertivo permette di affermare e realizzare se stessi senza prevaricare né essere prevaricati.
Nello specifico, con assertività intendiamo la capacità di esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri in maniera chiara ed efficace. La persona assertiva sa tener conto del contesto intorno a sé ed è consapevole del perché si sta relazionando con l’altro.
Proprio per questo non esiste un comportamento assertivo corretto in maniera assoluta, ma dipende dalla situazione sociale e dallo scopo che la persona vuole raggiungere entrando in relazione. Il silenzio, ad esempio, in alcuni casi, può essere considerato un comportamento assertivo ma in altri contesti può essere visto come un atteggiamento passivo o aggressivo, due comportamenti considerati non-assertivi.
Adottando un comportamento assertivo, la persona sa esprimere le proprie emozioni, i propri bisogni e le proprie opinioni in maniera adeguata e coerente alla situazione, senza provare imbarazzo, senso di colpa o rabbia, e nel rispetto dei propri e altrui diritti.

Le persone che adottano un comportamento passivo, invece, hanno difficoltà ad esprimere le proprie opinioni o i propri sentimenti. La persona ha come obiettivo quello di evitare un conflitto e di ridurre il livello di ansia. Una persona viene ritenuta passiva quando non difende i propri diritti ma anzi, tende a subire ed è condizionata dagli altri.
Al contrario, le persone con un comportamento prevalentemente aggressivo cercano di prevaricare gli altri per raggiungere i propri obiettivi, si pongono in maniera ostile e non ammettono i propri errori.
In diverse situazioni possiamo manifestare diversi tipi di comportamenti: può accadere, ad esempio, che in molti contesti adottiamo un comportamento assertivo, mentre in certe situazioni abbiamo un atteggiamento aggressivo oppure passivo.
Per capire meglio la differenza tra questi tre comportamenti facciamo un semplice esempio.
Un nostro amico ci chiede di accompagnarlo dalla sua ragazza perché ha la macchina rotta. Noi però siamo molto impegnati a lavoro poiché abbiamo una scadenza importante fissata propria in quella giornata e accompagnarlo significherebbe sacrificare il nostro lavoro.
Una persona con un comportamento aggressivo potrebbe reagire declinando bruscamente l’invito, dicendo ad esempio: “Ma assolutamente no! Non ci penso nemmeno. Io ho da fare a lavoro, mica posso perdere tempo!”
La persona passiva, invece, accetterebbe l’invito anche se non vorrebbe, negando il proprio diritto di dire di no per paura di deludere l’altro. La persona passiva probabilmente rimarrebbe tutto il tempo preoccupata per quella importante scadenza non rispettata.
Se, invece, la persona adotta un comportamento assertivo potrebbe spiegare le sue ragioni nel rispetto dell’altro dicendo, ad esempio: “Mi dispiace molto, ma proprio non mi è possibile a causa di un impegno importante a lavoro! Se ti serve ancora una mano nei prossimi giorni sarò felice di aiutarti.”

Come si può vedere da questo esempio, l’assertività permette il riconoscimento dei propri diritti e dei diritti dell’interlocutore, rispettivamente in questo caso il diritto di dire no e il diritto di rispettare l’altro.
I “diritti assertivi” si basano sui principi di libertà e responsabilità e comprendono il rispetto di sé e dell’altro, dei propri e altrui sentimenti e delle proprie e altrui convinzioni.
Questi sono alcuni esempi dei più importanti diritti assertivi:
- Il diritto di essere se stessi
- Il diritto di agire difendendo la propria dignità senza danneggiare l’integrità degli altri
- Il diritto di poter esprimere le proprie convinzioni, i propri bisogni e le proprie emozioni
- Il diritto di rifiutare una richiesta dicendo di “no” senza sentirsi in colpa
- Il diritto di cambiare opinione
- Il diritto di sbagliare
- Il diritto di non giustificare il proprio comportamento
- Il diritto di chiedere, ma non pretendere, ciò di cui si ha bisogno.
Le persone con un comportamento aggressivo fanno fatica a riconoscere questi diritti negli altri mentre li riconoscono solo a se stessi. Al contrario, persone con uno stile passivo considerano questi diritti prevalentemente per le persone con cui entrano a contatto, ma hanno difficoltà a riconoscerli per se stessi.
La persona assertiva invece riconosce questi diritti in maniera equilibrata sia per sé che per gli altri.
E’ importante sottolineare come l’assertività può essere migliorata: non si nasce assertivi ma lo si diventa!
Per diventare più assertivi possono essere potenziati i diversi livelli di assertività:
- Primo livello: la capacità di riconoscere le emozioni;
- Secondo livello: la capacità di comunicare emozioni e sentimenti, anche negativi;
- Terzo livello: essere consapevoli dei propri diritti avendo rispetto per sé e per gli altri;
- Quarto livello: la disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri;
- Quinto livello: la capacità di autorealizzarsi e poter decidere gli scopi della propria vita.
Importante è il legame tra assertività e autostima. Un buon livello di autostima incoraggia un comportamento assertivo motivando, ad esempio, a trattare l’altro con rispetto. Inoltre, la persona con alti livelli di autostima sente di essere degna di essere trattata per ciò che è e incoraggia a chiedere il rispetto dei propri diritti in maniera assertiva.
Ricordati che non è mai troppo tardi per diventare assertivi e puoi farlo sia lavorando singolarmente con uno psicologo oppure partecipando a specifici training di gruppo focalizzati sull’assertività tenuti sempre da psicologi professionisti.
Essere assertivi può permetterti di vivere in maniera più positiva con te stesso e con le persone che ti sono accanto.
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